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Dimmi che musica ascolti, ti dirò chi sei e cosa acquisti


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Conosci veramente il tuo target o credi di conoscerlo?


Sappiamo bene che conoscere il proprio target è uno step imprescindibile per qualsiasi buon piano marketing. Si è ormai compreso che l’analisi del target group di riferimento deve focalizzarsi su caratteristiche ben più complesse rispetto ai dati socio-demografici.


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Come comprendere meglio il nostro target? Un social marker che non possiamo non prendere in considerazione è la musica.


Uno studio condotto da Peter J. Rentfrow e Samuel D. Gosling presso l’Università del Texas dimostra che le preferenze musicali rivelano la vera identità delle persone. Sono stati raccolti dati sulle preferenze musicali di diverse migliaia di studenti. I dati raccolti dimostrano che le preferenze musicali tendono a raggrupparsi in una delle quattro categorie: “riflessiva e complessa”, “intensa e ribelle”, “ottimista e convenzionale” e “energica e ritmica.” Ogni categoria comprende diversi tipi di musica: “riflessiva e complessa”, per esempio, include classica, jazz, blues e folk, mentre “ottimista e convenzionale” riguarda musica religiosa, country e pop.


Conoscere le preferenze musicali all’interno di queste categorie ci conduce a individuare una vasta gamma di caratteristiche della personalità del nostro target, ad esempio, l’apertura mentale, l’orientamento politico e l’abilità verbale.


Ancora in dubbio? Bene, un’altra ricerca condotta da Adrian North, ricercatore alla Heriot-Watt Università di Edimburgo, conferma il profondo legame tra la musica e l’identità. È stato chiesto a 35.000 persone di esprimere i propri gusti musicali. Il campione ha poi sostenuto un test standard sulla personalità. I risultati dei due test hanno rivelato il legame tra le preferenze musicali e la personalità delle persone coinvolte. Ad esempio, gli estimatori di jazz appaiono essere creativi e con una buona auto-stima e molto più socievoli ed estroversi rispetto agli amanti della musica classica.


La musica fa parte di noi. Già alla trentesima settimana un feto può sentire e reagire agli stimoli sonori. Il suono ci accompagna costantemente, non possiamo semplicemente voltarci come faremmo per la vista per distogliere l’attenzione. Dopo l’argomento “meteo”, le preferenze musicali costituiscono uno dei primi argomenti di conversazione con gli estranei (esperimento di Peter J. Rentfrow e Samuel D. Gosling). La nascita di MySpace e Napster, due tra i più lungimiranti e significativi social network, ruotava attorno alla musica.


La musica interagisce con i meccanismi più profondi del nostro cervello, trasforma in linguaggio le nostre emozioni, definisce chi siamo, la cerchiamo ovunque e fa parte delle nostre conversazioni quotidiane.


Perché non utilizzarla per comunicare il nostro brand?


Ancora scettici? Pensate al vostro computer, siete pro Apple o Microsoft? Questa risposta dice molto su di voi. E ora pensate agli inconfondibili suoni legati a questi due brand. Vi sono venuti in mente i suoni di avvio di Microsoft Windows e Apple?

Ecco, due casi pratici che confermano la forza del rapporto brand/musica e la potenza del coinvolgimento emotivo della musica.


Avete mai sentito parlare di Sound Branding?

#Italiano

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