Un tuffo verso il primo bacio della campagna Lacoste

Questa settimana siamo andati poco indietro nel tempo, vi segnaliamo, infatti, un #TBT risalente al 2014 della campagna Lacoste, con lo spot ‘The Big Leap’

A farci spolverare questo spot è la voglia di rivedere e condividere il suo potere ipnotico, il risultato di un bel concept sviluppato con un’estica sublime. A farne un piccolo capolavoro concorrono molti elementi, tutti magistralmente orchestrati: una fotografia meravigliosa, una storia romantica, metafore oniriche, effetti speciali a dir poco convincenti e, immancabile, una soundtrack emozionante.

Il tutto ha avuto inizio quando Lacoste ha dovuto pensare a una campagna pubblicitaria integrata in concomitanza della New York Fashion Week con i giochi olimpici invernali di Sochi 2014, in cui il brand del coccodrillo era coinvolto in qualità di fornitore ufficiale delle divise del team olimpico francese.

Lo spot ‘The Big Leap’ è il cuore della campagna ‘Life is a Beautiful Sport’, incentrata sull’utilizzo di effetti visivi per collegare le performance sportive alla vita quotidiana.

Nello spot vediamo un uomo superare le proprie paure per dimostrare il suo amore alla donna che ha di fronte. È un tuffo nel vuoto da un imponente edificio, un tuffo in una nuova relazione per guadagnarsi il primo bacio. È una caduta metaforica, un lancio verso l’ignoto in cui sarà il gesto ricambiato di lei a colmare le distanze e salvare entrambi.

Le immagini catturano l’attenzione e il respiro diviene un tutt’uno con il ritmo di “You & Me”, brano del duo britannico Disclosure, costituito dai fratelli Guy e Howard Lawrence, con il contributo della cantante Eliza Doolittle e un eccellente remix di Flume, pseudonimo del giovane DJ e produttore discografico australiano Harley Edward Streten.

Siete rimasti senza fiato?

Sonorità e visivo si fondono perfettamente, lo spot ci fa immergere in un mood di palpitazioni dettate dalle incertezze del primo bacio. La campagna Lacoste centra l’obiettivo ma anche il video del brano, che probabilmente parte da esigenze meno pretenziose, ci fa rivivere lo stesso pathos.